Il prezzo di Bitcoin è sceso bruscamente nella giornata di venerdì 13 giugno, toccando quota 102.000 dollari, in calo di oltre il 4%, dopo che Israele ha lanciato raid aerei contro obiettivi militari in Iran. L’episodio segna una nuova, drammatica escalation nello stallo geopolitico tra i due paesi, generando onde d’urto su tutti i mercati finanziari globali.La risposta dei mercati non si è fatta attendere: l’oro è salito sopra i 3400 dollari l’oncia, segno della tipica fuga verso asset rifugio. Al contrario, gli asset rischiosi — inclusi Bitcoin, Ethereum e le principali azioni tecnologiche — hanno registrato forti vendite. Il sentiment riflette una crescente avversione al rischio, alimentata da timori di conflitto regionale allargato.Secondo analisti citati da Bloomberg, la reazione di Bitcoin smentisce ancora una volta la narrazione secondo cui BTC sarebbe un bene rifugio o un asset decorrelato. Al contrario, in questo caso, ha mostrato un comportamento coerente con quello di un asset speculativo, estremamente sensibile agli eventi macro e geopolitici.Il tutto si inserisce in un contesto già fragile: i mercati sono ancora scossi dall’incertezza sulla politica monetaria della Fed, da un’inflazione persistente, ma in miglioramento, e da bassi volumi nel trading crypto. Questo mix esplosivo ha amplificato le reazioni, facendo precipitare Bitcoin nel giro di poche ore.
🔗 Fonte:
Bitcoin Sinks as Israel Escalates Iran Standoff With Airstrikes – Bloomberg