📖 Perché le commissioni Bitcoin cambiano così tanto?
Chi utilizza Bitcoin da un po’ di tempo si è sicuramente accorto di una cosa: a volte inviare Bitcoin costa pochissimo, anche pochi euro, mentre in altri momenti le commissioni esplodono e si arriva a pagare decine o addirittura centinaia di euro, anche per importi molto piccoli.
Questo fenomeno non è casuale ed è legato al funzionamento profondo del protocollo Bitcoin, alle UTXO e allo spazio limitato nei blocchi. Comprendere questi elementi è fondamentale non solo per pagare meno commissioni, ma anche per evitare un rischio poco discusso: avere Bitcoin che, un giorno, potrebbero diventare di fatto “immovibili” perché troppo costosi da spendere.
🧠 Cosa sono le UTXO (e perché contano più dell’importo in euro)
Nel sistema Bitcoin, il saldo visibile nel wallet (es. 0,05 BTC) è in realtà composto da tante “monete interne” chiamate UTXO (Unspent Transaction Outputs). Ogni UTXO può essere vista come una singola “banconota Bitcoin”.
Un esempio semplificato:
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Si effettua un piano di accumulo, comprando 5 € di BTC ogni settimana sullo stesso indirizzo.
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Dopo un po’ di tempo si sono magari investiti 50 € in totale.
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Nel wallet si vede un saldo di 50 €, ma “dentro” non c’è una sola “banconota”: ci sono tante piccole UTXO (es. 5 €, 5 €, 5 €, 10 €, ecc.).
Quindi:
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Ogni UTXO = una “banconota” Bitcoin.
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Il wallet mostra solo il totale, ma sotto il cofano possono esserci decine o centinaia di UTXO.
La cosa cruciale da capire è che, quando si effettua una transazione, non conta quanti euro si stanno muovendo, ma quante UTXO vengono usate. Ogni UTXO aggiunta alla transazione aumenta lo spazio occupato nel blocco e quindi la commissione da pagare.
📦 Lo spazio nei blocchi: perché “ingombra” di più un wallet pieno di spiccioli
La blockchain di Bitcoin ha una caratteristica fondamentale: ogni blocco ha spazio limitato. Dentro un blocco ci stanno solo un certo numero di transazioni, misurate in virtual byte (vByte). Più una transazione “pesa” in termini di vByte, più è costoso includerla in un blocco.
Le commissioni vengono pagate in satoshi per vByte (es. 22, 30, 50 sat/vByte). Il costo finale è:
Commissione = sat/vByte scelti × dimensione della transazione (in vByte)
E cosa fa aumentare la dimensione della transazione? Principalmente:
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Numero di input ➜ cioè quante UTXO si stanno spendendo (le “banconote”).
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Numero di output ➜ cioè le destinazioni (indirizzi) a cui si inviano i fondi.
Un’analogia utile:
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Una sola banconota da 50 € occupa meno spazio nel portafoglio.
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Dieci banconote da 5 € occupano molto più spazio, anche se il valore è lo stesso.
Con Bitcoin è uguale: 10 piccole UTXO “ingombrano” di più di una sola UTXO grande, quindi costano di più da muovere.
💡 Come si calcola (in pratica) il costo di una transazione
Le transazioni Bitcoin hanno una struttura tecnica precisa. Ad esempio, per gli indirizzi SegWit (bc1q…) – oggi i più comuni – esistono dei valori standard:
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Ogni input SegWit “pesa” circa 68 vByte.
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Ogni output pesa circa 31 vByte.
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C’è un costo fisso di base di circa 10,5 vByte per la transazione.
Quindi, per una transazione con:
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1 input e 2 output (uno al destinatario e uno come “resto”):
Dimensione = 10,5 + 68 + 31 + 31 = 140,5 vByte (circa)
Se si decide di pagare, ad esempio, 25 sat/vByte:
Commissione ≈ 140,5 × 25 = 3.512,5 satoshi
Aumentando gli input (quindi il numero di UTXO utilizzate) la formula diventa rapidamente più pesante. Pochi input = transazione leggera, tanti input = transazione pesante e costosa.
🧱 Perché le fee a volte sono basse e a volte altissime
Oltre alla dimensione della propria transazione, entra in gioco un secondo fattore: la congestione della rete. Ogni 10 minuti circa viene minato un blocco con spazio limitato: se molte persone competono per entrare in quei blocchi, le fee salgono.
In periodi “tranquilli”:
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Si possono vedere valori tipo 2–5 sat/vByte per una conferma lenta.
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È il momento ideale per inviare transazioni non urgenti, tra cui il consolidamento delle UTXO.
In periodi molto congestionati:
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Si arriva facilmente a 50, 100 o più sat/vByte.
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Le transazioni pesanti (con molti input) diventano molto costose, anche se si stanno muovendo pochi euro.
In sintesi: fee alte + tante UTXO piccole = costo sproporzionato.
🛠️ Cos’è il “consolidamento delle UTXO”
Il consolidamento delle UTXO è una strategia per ridurre nel tempo i costi di transazione e limitare il rischio di avere “spiccioli inutilizzabili”.
In pratica significa: unire tante piccole UTXO in una (o poche) UTXO più grandi.
Tecnicamente, una transazione di consolidamento:
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Usa molti input (tante UTXO piccole).
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Crea uno o pochissimi output, spesso un solo indirizzo di destinazione.
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Di solito invia i fondi a un proprio indirizzo (auto-transazione).
Risultato:
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Dopo il consolidamento, il wallet mostra lo stesso saldo complessivo.
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Ma al posto di mille piccole “banconote” interne, c’è una o poche UTXO grandi.
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Le future transazioni saranno molto più leggere e meno costose.
🧪 Esempio pratico: da tante UTXO a una sola
Immaginando un wallet con molte piccole UTXO (ad esempio, accumuli settimanali da 50 €), il consolidamento avviene così:
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Si apre il proprio wallet (es. Sparrow Wallet o altri wallet Bitcoin non-custodial avanzati).
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Si va nella sezione Ricevi e si copia un indirizzo proprio (nuovo indirizzo ricevente).
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Si va su Invia e si incolla lo stesso indirizzo nella voce “pay to”.
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Come importo, si selezionano tutti i fondi disponibili (o una grande parte di essi).
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Si imposta una fee molto bassa (in sat/vByte), perché la transazione non è urgente: può aspettare anche molte ore o giorni.
In questo modo, il wallet crea una transazione che:
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Consuma molte UTXO piccole.
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Genera una nuova grande UTXO a favore dello stesso proprietario.
Dopo la conferma, il saldo visibile resta uguale, ma la struttura interna del wallet è molto più efficiente.
⏱️ Quando conviene fare il consolidamento
Il consolidamento è più efficace se fatto con un minimo di strategia:
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Momenti di fee basse 🟢
Conviene eseguire le transazioni di consolidamento quando le commissioni medie sono basse (es. 2–5 sat/vByte). Questo si può verificare tramite siti di monitoraggio dei blocchi e delle fee (come Mempool.space o simili). -
Transazioni non urgenti 🐢
Il consolidamento non ha scadenza: non serve che la transazione sia confermata subito. Si può impostare una fee molto bassa, contando che prima o poi un miner la includerà in un blocco quando la mempool sarà meno congestionata. -
Portafogli con molte micro-UTXO 🧩
È particolarmente utile per chi ha fatto tanti piccoli acquisti nel tempo e ha il wallet “pieno di spiccioli digitali”.
Se invece si detengono pochi UTXO grandi (es. un unico deposito da 0,1 BTC), il problema è molto meno rilevante e il consolidamento può essere anche rimandato.
⚠️ Il rischio degli “spiccioli bloccati”: UTXO troppo piccole
Un aspetto poco conosciuto è che, se Bitcoin avrà sempre più successo e le fee medie saliranno stabilmente, alcune UTXO troppo piccole potrebbero diventare di fatto impossibili da spendere.
Il problema emerge in due modi:
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1️⃣ La fee è superiore all’importo che si vuole spendere
Se in un wallet sono presenti UTXO minuscole (es. 1.000 satoshi) e in un futuro le fee per una transazione standard sono più alte (es. servono 2.000–3.000 satoshi), la situazione diventa paradossale:
– se si imposta una fee adeguata, la commissione è maggiore della somma stessa;
– se si imposta una fee molto bassa, nessun miner accetterà mai la transazione (rimarrà per sempre in mempool, fino a essere scartata). -
2️⃣ Fee di mercato troppo alte in modo strutturale
Se in futuro il “pavimento” delle commissioni medie fosse stabilmente alto, alcune piccole UTXO diventerebbero economicamente non spendibili. Esistono, sono registrate sulla blockchain, ma nessuno le muove perché costerebbe più della somma stessa.
Per questo motivo, lasciare tante micro-UTXO sparse nel wallet è rischioso nel lungo periodo, soprattutto se non si fa mai consolidamento nei momenti di fee basse.
🏦 Exchange centralizzati vs self-custody: chi gestisce le UTXO?
Il problema del consolidamento riguarda soprattutto chi utilizza self-custody, cioè wallet in cui le chiavi private sono sotto proprio controllo.
Differenza principale:
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Exchange centralizzati 🏢
– Gli utenti vedono solo numeri in un database interno.
– L’exchange si occupa di gestire le UTXO, consolidarle e ottimizzare i costi dietro le quinte.
– Quando si effettua un prelievo, in genere si riceve un’unica UTXO selezionata dal sistema. -
Self-custody 🔐
– L’utente controlla direttamente le proprie UTXO.
– Nessuno fa il consolidamento al posto suo.
– La responsabilità di gestire l’efficienza del wallet (e i relativi costi) è interamente dell’utente.
Chi utilizza solo exchange centralizzati non vede mai questi dettagli tecnici (ma rinuncia anche alla piena sovranità sui propri Bitcoin). Chi sceglie la self-custody deve invece comprendere e gestire le UTXO, inclusi i consolidamenti periodici.
🔐 Privacy e consolidamento: cosa si sacrifica
Consolidare le UTXO ha un effetto collaterale importante: riduce la privacy on-chain.
Perché?
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Quando si uniscono molte UTXO in un’unica transazione, si comunica alla rete che tutti quegli input sono controllati dalla stessa entità.
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Un osservatore esterno (es. un’analisi chain) può dedurre che quegli indirizzi appartengono, con alta probabilità, allo stesso utente.
Alcune considerazioni:
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Se la privacy era già buona (es. UTXO ottenute tramite pratiche rispettose della privacy, CoinJoin, ecc.), il consolidamento riduce leggermente la privacy, ma non la distrugge.
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Se si mescolano UTXO “pulite” e UTXO legate a KYC (es. acquisti da exchange con documento), anche solo un satoshi “infetto” in mezzo a tanti può “etichettare” tutto l’insieme agli occhi di chi fa analisi chain.
Di conseguenza, prima di consolidare è opportuno:
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Valutare se si stanno unendo fondi che si desidera tenere separati per motivi di privacy.
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Eventualmente mantenere set separati di UTXO (es. “stack KYC” e “stack no-KYC”).
🧮 Tipi di indirizzi: Legacy, SegWit, Taproot
Le transazioni Bitcoin non sono tutte uguali: il tipo di indirizzo influisce leggermente sul “peso” della transazione e quindi sul costo.
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Legacy (P2PKH) – iniziano con 1…
– Sono gli indirizzi più vecchi.
– Usati soprattutto nei primi anni di Bitcoin.
– Oggi sono rari per i nuovi utenti. -
P2SH – iniziano con 3…
– Usati per multisig e script particolari.
– Meno comuni per l’utente standard. -
Native SegWit (bech32) – iniziano con bc1q…
– Oggi sono lo standard de facto per la maggior parte dei wallet.
– Permettono transazioni più efficienti in termini di spazio. -
Taproot (bc1p…)
– Nuovo standard più avanzato.
– Introduce benefici per privacy e flessibilità degli script.
– Differenze in termini di peso transazionale sono modeste rispetto a SegWit per l’uso comune.
Per la maggioranza degli utenti, il proprio wallet utilizza oggi indirizzi SegWit (bc1q…), e sempre più spesso Taproot (bc1p…). Le differenze sulle fee tra i due sono relativamente piccole; il vero fattore critico rimane il numero di input (UTXO) utilizzate.
🛡️ Buone pratiche per non rimanere con Bitcoin “bloccati”
Per ridurre il rischio di ritrovarsi in futuro con UTXO troppo piccole da muovere e per ottimizzare i costi, possono essere utili alcune linee guida operative:
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1. Monitorare periodicamente le fee 📊
Utilizzare siti come mempool.space o equivalenti per controllare quando le commissioni medie scendono: sono i momenti ideali per consolidare. -
2. Consolidare nei periodi di calma 🌙
Avviare transazioni di consolidamento con fee molto basse (es. 1–3 sat/vByte) quando la rete non è congestionata, anche lasciando la transazione in attesa per ore o giorni. -
3. Evitare di accumulare infinite micro-UTXO 🧩
Se si fa un piano di accumulo frequente su un proprio wallet, valutare una strategia di consolidamento ogni tanto (es. dopo un certo numero di depositi, o ogni X mesi). -
4. Tenere conto della privacy 🕵️
Evitare di mescolare indiscriminatamente UTXO “sensibili” (es. collegate a KYC) con UTXO che si desidera mantenere più anonime. In caso di dubbio, mantenere stack separati. -
5. Usare wallet avanzati per la self-custody 🔧
Wallet come Sparrow Wallet e altri client non-custodial avanzati permettono di:
– visualizzare le singole UTXO,
– scegliere quali usare,
– controllare meglio consolidamenti e privacy.
👉 In sintesi:
Le forti variazioni delle commissioni Bitcoin non dipendono tanto da quanti euro si stanno inviando, ma da quante UTXO vengono usate e da quanta congestione c’è nella rete al momento della transazione. Un wallet pieno di piccole UTXO è come un portafoglio pieno di spiccioli: ingombra e costa caro da usare quando tutti vogliono spazio nei blocchi.
Per ridurre costi e rischi futuri è utile, nei momenti di fee basse, consolidare le UTXO in poche “banconote” più grandi, inviando i propri Bitcoin a un proprio indirizzo. Questo migliora l’efficienza delle transazioni e limita il rischio di ritrovarsi con “spiccioli” non più spendibili. Bisogna però considerare l’impatto sulla privacy e, se necessario, mantenere stack separati di fondi.
In un mondo in cui Bitcoin potrebbe vedere commissioni crescenti, capire e gestire le UTXO diventa un elemento chiave per usare il protocollo in modo consapevole, economico e sicuro nel lungo periodo 🔑.