📖 Introduzione: blockchain, Bitcoin e dubbi esistenziali
Negli ultimi anni il termine blockchain è stato usato ovunque: finanza, logistica, sanità, pubblica amministrazione, arte digitale. Spesso però viene evocato come una sorta di “magia tecnologica” applicabile a qualsiasi problema, senza una reale comprensione di che cosa serva davvero e di perché sia nata.
L’analisi che segue esplora in chiave razionale e un po’ filosofica:
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Che cosa si intende realmente per blockchain e perché fuori da Bitcoin è spesso solo un database inefficiente.
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Perché la decentralizzazione ha costi e non può essere totale per tutti, sempre.
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Come si evolvono nodi, miner e servizi Lightning in un sistema che tende naturalmente a centralizzarsi ma può essere ridecentralizzato.
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Se e come può funzionare una società basata su Bitcoin e privacy finanziaria.
🧱 Che cos’è davvero una blockchain?
Nel progetto originale di Satoshi Nakamoto il termine “blockchain” non viene mai usato.
Nel codice e nei testi si trovano espressioni come:
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Timechain – una catena temporale di blocchi.
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Chain of blocks – una catena di blocchi che aggregano transazioni.
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Talvolta semplicemente “chain”.
Il termine “blockchain” si diffonde solo successivamente, intorno al 2013, tra gli utenti Bitcoin che iniziano a chiedersi a vicenda se abbiano “scaricato la blockchain”, intendendo la struttura dati che contiene la storia delle transazioni Bitcoin.
Da lì il termine esplode nel linguaggio comune e viene sganciato dal contesto specifico in cui ha senso: Bitcoin.
In questa prospettiva, una blockchain:
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Non è una “tecnologia magica” generica.
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È una soluzione estrema a un problema molto particolare: la doppia spesa in un sistema senza fiducia centrale.
💡 Blockchain come database inefficiente (fuori da Bitcoin)
Una blockchain, nel senso stretto in cui è usata da Bitcoin, è un database estremamente inefficiente dal punto di vista computazionale, energetico e di complessità.
Perché esiste allora? Perché risolve un problema che nessun altro database tradizionale risolve:
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Prevenire la doppia spesa in un sistema dove non esiste un soggetto centrale di fiducia.
Se però in un sistema:
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La fiducia è già concentrata (es. una federazione ristretta, una Fondazione, un ente regolatore).
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Il valore dell’asset dipende da regole modificabili centralmente.
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Esiste già un punto di controllo forte (pochi validatori, server centrali, chiavi di amministratori).
allora usare una blockchain non aggiunge sicurezza sostanziale, ma solo:
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Costi in più.
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Complessa infrastruttura da mantenere.
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Un alone di “decentralizzazione” apparente, spesso usato soprattutto in chiave di marketing o deregolamentazione.
Se un sistema è già centralizzato su pochi nodi o validatori, è tecnicamente e concettualmente più coerente usare:
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Data center, database replicati, sistemi distribuiti classici.
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Tecnologie ben rodate, più semplici e più efficienti rispetto a una blockchain.
🔑 La vera funzione della blockchain: costo di riscrittura della storia
Il fulcro della sicurezza di una blockchain come quella di Bitcoin è il costo di riscrittura della storia.
Perché la history delle transazioni sia credibile, deve essere:
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Facile da verificare per chiunque esegua un nodo.
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Estremamente costosa da riscrivere per un attaccante, cioè serve una prova di lavoro (PoW) cumulata.
Nel caso di Bitcoin:
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Gli ASIC sostengono un costo enorme (energia, hardware) per produrre blocchi.
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Questo costo è giustificato dalla ricompensa in un asset credibile e scarso: i bitcoin.
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L’incentivo economico è intrinseco alla stessa moneta che la blockchain protegge.
Se si tenta di costruire una “blockchain senza moneta”, cioè un sistema in cui:
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Esiste una catena di blocchi concatenati.
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Si dichiara che “riscrivere la storia è costoso”.
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Ma non esiste un vero incentivo economico a sostenere quel costo in modo indipendente.
allora si ha un paradosso:
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Nessuno è realmente incentivato a scrivere la storia corretta in prima battuta.
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Di conseguenza, non c’è un reale ostacolo economico a riscriverla.
In altre parole, la blockchain ha senso solo in presenza di un asset nativo credibile e perfettamente integrato nel sistema di incentivi che protegge la sua stessa storia.
Per questo motivo, si può dire che:
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La blockchain dipende da Bitcoin
(o da un asset con caratteristiche simili) molto più di quanto Bitcoin dipenda dalla “blockchain” come buzzword.
⚙️ “Blockchain ovunque”: il Cargo Cult della decentralizzazione
Un’analogia utile è quella del Cargo cult: alcune popolazioni indigene, vedendo gli aerei atterrare con beni e tecnologie, replicavano la forma dell’aereo in legno, pensando che la sola forma racchiudesse il “potere del volo”.
Mancavano però:
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Motori, aerodinamica, materiali adatti.
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La comprensione di che cosa in realtà permettesse il volo.
Allo stesso modo, molte cosiddette blockchain alternative:
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Replicano la forma esteriore (blocchi concatenati, nodi, smart contract).
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Ma mantengono un controllo centrale forte (fondazioni, validatori selezionati, governance off-chain).
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Sfruttano la parola “decentralizzato” come scudo narrativo per apparire incensurabili o fuori regolamentazione.
In questi casi:
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Non c’è la vera resistenza alla censura tipica di Bitcoin.
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Non c’è un sistema di incentivi progettato per essere credibile nel lungo periodo.
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Resta soltanto una forma tecnica complessa che poteva essere sostituita da soluzioni centralizzate classiche.
🧠 Bitcoin senza blockchain, blockchain senza Bitcoin
La vera innovazione introdotta da Bitcoin non è “la blockchain” come concetto astratto, ma:
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L’insieme di regole di consenso, incentivi economici e scarsità digitale.
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La possibilità di avere un asset nativo non censurabile, non modificabile a piacere, scarso per design.
Per questo, è più corretto dire che la direzione realmente promettente è:
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Bitcoin senza blockchain: soluzioni di secondo livello come Lightning Network ⚡, sidechain, sistemi di canali di pagamento, che minimizzano l’uso della blockchain (timechain) solo come tribunale finale.
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E non “blockchain senza Bitcoin”, cioè catene senza un asset nativo credibile, o con asset sotto controllo centrale.
Se per “blockchain” si intende qualsiasi concatenazione crittografica di dati (come nei sistemi di versionamento tipo Git), allora si tratta di:
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Strumenti noti dagli anni ’80, già ampiamente usati nella pratica.
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Tecniche utili, ma ben distinte dalla blockchain di Bitcoin come meccanismo di consenso economico.
🌐 Decentralizzazione: costo, fragilità ed efficienza
La decentralizzazione non è un valore “gratuito”: ha un costo reale.
Tenere in vita una rete ampia di nodi che:
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Validano tutte le regole.
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Mantengono la storia completa (full node).
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Rendono il sistema resistente a censura e attacchi.
significa:
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Hardware, tempo, competenze, attenzione.
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Rinunciare spesso a una parte di comodità offerta da soluzioni centralizzate.
Si può quindi sintetizzare così:
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Centralizzazione: è fragile (può essere censurata, catturata, bloccata) ma molto efficiente.
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Decentralizzazione: è antifragile (resiste meglio agli attacchi distribuiti) ma inefficiente.
Ogni volta che non c’è un attacco o una minaccia evidente, gli incentivi tendono naturalmente a:
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Ritornare verso forme più centralizzate per maggiore comodità e riduzione dei costi.
Al contrario, quando un sistema è:
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Attaccato, censurato, bloccato.
allora emerge l’utilità della decentralizzazione e si assiste a un movimento di:
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Ridecentralizzazione, cioè ridistribuzione dei punti di controllo.
🏗️ La divisione del lavoro anche nella rete Bitcoin
La civiltà umana si basa sulla divisione del lavoro: non tutti sono insieme agricoltori, medici, ingegneri e soldati.
Questa specializzazione:
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Rende ogni individuo più dipendente dagli altri (più fragile, a livello personale).
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Rende invece il sistema economico nel complesso più efficiente e produttivo.
Lo stesso accade nella rete Bitcoin:
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All’inizio un “nodo” faceva tutto: wallet, validazione, mining.
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Col tempo si è arrivati a una specializzazione delle funzioni:
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Miner che generano blocchi (ASIC dedicati).
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Full node che validano le regole ma non minano.
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Light client e wallet SPV che non scaricano tutta la blockchain e si affidano a nodi esterni.
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Lightning Service Provider (LSP) che gestiscono canali, trampolini, backup, watchtower per utenti mobili.
Tutto questo porta inevitabilmente a:
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Specializzazione e una certa centralizzazione funzionale in alcuni punti.
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Maggiore comodità per gli utenti finali.
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Possibili punti di rischio da monitorare.
🛡️ Obiettivo: fallire “con grazia”, non evitare ogni centralizzazione
In un mondo reale, è irrealistico aspettarsi che:
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Tutti gli utenti gestiscano un full node completo.
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Tutti facciano anche da miner, da routing node Lightning e da custodi dei propri fondi al 100% del tempo.
L’obiettivo architetturale sensato non è eliminare ogni forma di centralizzazione, ma:
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Disegnare il sistema in modo che possa essere completamente decentralizzato in teoria.
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Accettare che in pratica si centralizzerà in parte per motivi di efficienza.
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Assicurarsi che, in caso di abuso o attacco, sia possibile ridecentralizzare in modo relativamente rapido e ordinato.
Questo è ciò che si può definire fallire “gracefully” (con grazia):
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Se un nodo centrale o un gruppo di nodi diventa corrotto o censurante, gli utenti devono poter:
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Riprendersi i propri fondi (es. canali Lightning chiusi on-chain).
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Migrare verso altri nodi, altri provider, altre topologie di rete.
Confronto con sistemi puramente centralizzati:
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Se si “stacca la spina” a un server bancario centrale, l’intero sistema fallisce.
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Se fallisce un routing node Lightning, gli utenti possono chiudere i canali e tornare alla base on-chain.
L’esempio di Mastodon è simile:
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Un singolo server può essere censurato o chiuso.
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Ma gli utenti possono esportare i dati e migrare verso un altro
server federato.
⚡ Lightning, nodi e centralizzazione dinamica
Lightning Network nasce per:
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Ridurre il carico sulla timechain di Bitcoin.
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Permettere pagamenti istantanei e a basso costo.
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Mantenere l’autocustodia potenziale per ogni utente.
Nella pratica, però, molti utenti:
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Non gestiscono direttamente un nodo Lightning completo.
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Si affidano a LSP, nodi più grandi, servizi gestiti.
Questo comporta una certa centralizzazione di fatto, ma con una differenza chiave rispetto al sistema fiat:
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Gli strumenti crittografici e di protocollo permettono, nel caso di abuso, di tornare on-chain e riorganizzare la rete.
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La base resta Bitcoin, che rimane decentralizzabile in teoria e praticabile in autocustodia per chi lo desidera.
Un punto di fragilità più serio è invece, ad esempio:
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La produzione di ASIC: se la produzione di chip ad alte prestazioni si concentrasse in un solo paese o in poche aziende, ridecentralizzare quella parte sarebbe molto più difficile.
🕵️ Bitcoin, privacy e società: può funzionare davvero?
Una domanda ricorrente è se una società basata su:
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Bitcoin come moneta principale.
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Forte privacy finanziaria (pseudonimato, assenza di sorveglianza centralizzata).
possa essere stabile e sicura, senza un ente centrale che controlli ogni flusso di denaro e faccia rispettare le regole con strumenti come il congelamento dei conti.
Storicamente, la risposta è chiara:
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Per millenni, l’umanità ha usato oro, argento, monete e banconote al portatore senza sorveglianza finanziaria pervasiva.
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Nessuno sapeva, a livello di sistema centrale, chi si passasse una pepita d’oro o una banconota.
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La civiltà ha prosperato comunque, pur con tutti i normali problemi umani (furti, violenze, criminalità).
La sorveglianza finanziaria attuale è un fenomeno relativamente recente:
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Anni ‘70: fine della convertibilità in oro del dollaro e affermazione del fiat puro.
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Nascita di regolazioni come antiriciclaggio (AML) e Know Your Customer (KYC).
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Digitalizzazione completa dei saldi su server centrali, che rende tecnicamente possibile la sorveglianza di massa.
In parallelo, emergono forti incentivi politici:
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Controllare i capitali in uscita dal sistema fiat.
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Impedire che le persone scappino verso beni rifugio (oro, asset esteri, Bitcoin).
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Con strumenti come le CBDC programmabili, bloccare a livello di protocollo l’acquisto di beni indesiderati (es.
oro) in caso di crisi.
La conclusione storica è che:
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Una società può funzionare perfettamente con privacy finanziaria. Lo ha fatto per quasi tutta la storia umana documentata.
⚖️ Privacy, crimine e strumenti neutrali
La privacy, incluso l’uso di Bitcoin, non è priva di costi sociali:
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Strumenti efficienti e al portatore possono essere usati anche per ricatti, ransomware, estorsioni.
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Con Bitcoin è tecnicamente più semplice ricevere pagamenti anonimi rispetto a vecchi sistemi come MoneyGram o bonifici monitorati.
Tuttavia, questa è una caratteristica di qualsiasi strumento potente:
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Aria: permette di respirare, ma anche ai criminali.
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Scarpe: aiutano a camminare, ma anche a fuggire più velocemente dopo un crimine.
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Automobili: accelerano i trasporti, ma anche la fuga dei rapinatori.
Gli strumenti tecnologici sono neutrali:
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Possono essere usati per il bene o per il male.
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Più sono efficaci, più amplificano le capacità dei loro utenti, qualunque siano le intenzioni.
La sorveglianza totale promette:
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Ordine apparente e riduzione di alcuni crimini specifici (es. sequestri resi più rischiosi dal congelamento dei conti).
Ma al prezzo di:
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Concentrazione estrema del potere.
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Rischio di abusi sistemici su larga scala.
💣 Centralizzazione del potere: piccole tragedie vs grandi catastrofi
Un modo utile di ragionare è quello della “quantità di male” che una società è in grado di gestire:
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In un sistema molto decentralizzato, esistono piccole tragedie frequenti (criminalità diffusa, conflitti locali).
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In un sistema molto centralizzato, si ha spesso un’apparente pace finché il potere concentrato non genera catastrofi su scala enorme (guerre mondiali, repressioni di massa, inflazione devastante).
Esempi storici:
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Nel cosiddetto “Far West”, dove l’accesso alle armi era diffuso, il numero di morti complessivo è stato inferiore rispetto ai massacri concentrati di certe guerre moderne.
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Nel Medioevo, le guerre erano locali e continue, ma limitate a gruppi ristretti.
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Con gli stati nazionali centralizzati del Novecento, compaiono guerre mondiali con milioni di morti in pochi anni.
La centralizzazione:
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Nasconde il problema quotidiano.
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Ma quando il sistema fallisce, lo fa in modo esplosivo e devastante.
La decentralizzazione, al contrario:
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Espone continuamente piccole frizioni e conflitti.
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Riduce però la probabilità di crolli sistemici totali causati da un solo centro di potere.
🏛️ Stato, tasse e controllo monetario nell’era post-fiat
Prima dell’era del fiat puro e della digitalizzazione integrale:
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Gli stati si finanziavano prevalentemente con tasse su beni concreti (terre, proprietà, merci).
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Le tasse su import/export e sulla proprietà immobiliare erano tra le forme principali.
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La tassazione sul reddito richiedeva un controllo molto più invasivo e capillare, tecnicamente complesso senza sistemi digitali centralizzati.
Con il sistema fiat moderno:
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La tassa principale diventa spesso la tassa da inflazione, cioè la perdita di potere d’acquisto causata dall’espansione monetaria.
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La sorveglianza finanziaria totale rende più facile imporre e far rispettare tasse sul reddito e sulle transazioni.
Un mondo in cui:
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Bitcoin (o monete simili) diventano predominanti.
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La privacy finanziaria è ripristinata o molto rafforzata.
comporterebbe probabilmente:
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Un forte ridimensionamento della capacità degli stati di usare la tassa da inflazione.
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Una maggiore difficoltà a tassare in modo preciso redditi e flussi digitali.
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Una possibile maggiore enfasi su tasse su proprietà fisiche (case, terreni) e su beni non facilmente occultabili.
L’impatto esatto è impossibile da prevedere nel dettaglio, ma è verosimile attendersi:
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Una riduzione del peso e della pervasività degli stati così come sono oggi.
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Una ristrutturazione profonda dei meccanismi
di finanziamento pubblico.
👉 In sintesi:
La “blockchain” non è un ingrediente magico riutilizzabile ovunque, ma una soluzione radicale a un problema preciso: evitare la doppia spesa senza fiducia centrale.
Fuori da Bitcoin, una blockchain è spesso solo un database complicato e inefficiente, soprattutto quando esistono già punti centrali di controllo (fondazioni, validatori selezionati, regolatori).
La decentralizzazione ha costi reali e tende naturalmente a ricentralizzarsi per efficienza. Il compito progettuale non è evitarla del tutto, ma creare sistemi che:
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Possano essere completamente decentralizzati in teoria.
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Sopportino una certa centralizzazione di fatto nella quotidianità.
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Si ridecentralizzino in modo ordinato quando il potere concentrato abusa o viene attaccato.
Sul piano sociale, la storia dimostra che società floride possono esistere con forte privacy finanziaria. La sorveglianza totale riduce alcuni crimini, ma espone a rischi enormi quando il potere è concentrato: guerre devastanti, inflazioni distruttive, abusi su larga scala.
In questo contesto, Bitcoin rappresenta più di una “blockchain di successo”: è un esperimento globale di moneta scarsa, neutrale e potenzialmente privata, che potrebbe ridefinire, nel tempo, gli equilibri tra individui, mercati e stati.