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Flash Crash nel weekend: mercati crypto in panico dopo l’attacco USA all’Iran

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Nella notte tra sabato 22 e domenica 23 giugno 2025, il mercato delle criptovalute ha subito un’improvvisa tempesta. Un annuncio ufficiale di Donald Trump su Truth Social ha confermato che gli Stati Uniti hanno colpito tre siti nucleari in Iran—tra cui Fordow, Natanz e Isfahan—scatenando un flash crash su Bitcoin e le principali altcoin.

In pochi minuti, i prezzi delle crypto sono diminuiti drasticamente, attivando liquidazioni di massa su posizioni a leva e mandando in blocco diversi sistemi di trading automatico. L’evento evidenzia ancora una volta come gli shock geopolitici possano innescare reazioni immediate e potenti in un mercato già intrinsecamente volatile.

Di fronte a un’escalation militare, gli investitori hanno cercato rifugio in asset ritenuti più sicuri: oro, dollaro USA e Treasury bond. Il flash crash è avvenuto in un contesto di liquidità ridotta, amplificando la caduta in modo rapido e incontrollato.

Le liquidazioni automatiche hanno causato perdite ingenti per chi operava con leva finanziaria, spesso senza l’opportunità di reagire.

Attualmente, la volatilità rimane molto elevata, anche se emergono già segnali di ripresa nei prezzi di Bitcoin e altcoin, compatibilmente con i precedenti modelli post-crisi geopolitiche.

Se l’escalation proseguirà con un intervento dell’Iran, potremmo assistere a ulteriori pressioni ribassiste. Al contrario, una possibile de-escalation potrebbe favorire un rimbalzo tecnico a breve termine.

In un momento in cui un singolo post può muovere miliardi, la prontezza informativa e la gestione del rischio restano le armi indispensabili nel trading crypto.

Fonte: 👉 The Guardian

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