Giugno sorprende con segnali positivi dal mercato del lavoro americano. Il Bureau of Labor Statistics ha riportato una crescita nei “nonfarm payrolls” con 147mila nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, superando ampiamente le aspettative di 106mila. Questo segna una netta accelerazione rispetto al mese di maggio. Anche il tasso di disoccupazione è sceso inaspettatamente al 4,1% dal precedente 4,2%, contrariando le previsioni che lo volevano in risalita.
Crescita moderata dei salari. Sebbene la crescita dei salari medi orari sia cresciuta del 3,7% su base annua, ha mostrato un rallentamento rispetto al mese precedente. Questo scenario si è verificato nonostante un incremento di nuovi posti di lavoro, indicando una relativa stabilità nel potere d’acquisto.
Implicazioni per la politica della Federal Reserve. Questi dati avranno un impatto sulla prossima riunione della Fed prevista per fine luglio. Il presidente Jerome Powell ha affermato che non ci sarà fretta nel ridurre i tassi di interesse, date le incertezze legate ai dazi e alle pressioni inflazionistiche. Tuttavia, un eventuale indebolimento del mercato del lavoro potrebbe anticipare i tagli.
Gli economisti di ING prevedono che la Fed non modificherà i tassi prima di settembre, nonostante le pressioni esterne e interne. Il rapporto sull’occupazione di giugno rinforza la posizione attendista dei funzionari, che rimandano a segnali di debolezza economica più evidenti per un intervento. Resta da vedere come si evolverà la situazione in un contesto di incertezza economica crescente.
La solidità del mercato del lavoro statunitense continua a suscitare ottimismo, ma il contesto macroeconomico complesso richiede cautela. La Fed si prepara ad affrontare un’estate di potenziali sfide economiche con attenzione.