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Trump: “Sappiamo dove si nasconde Khamenei”. Tensioni in Medio Oriente, ma Bitcoin regge

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Ieri, 17 giugno 2025, il presidente Donald Trump ha lanciato un messaggio diretto all’Iran, dichiarando di sapere “esattamente dove si trova” il leader supremo Ali Khamenei, definendolo un “bersaglio facile”. Sebbene abbia escluso al momento un attacco diretto, ha avvertito che la pazienza degli Stati Uniti è agli sgoccioli.

La dichiarazione ha immediatamente influenzato i mercati: l’S&P 500 e il Dow Jones hanno perso circa l’1%, mentre il prezzo del petrolio è aumentato sensibilmente per effetto delle preoccupazioni legate alla sicurezza nello Stretto di Hormuz, uno snodo chiave per le esportazioni globali di greggio.

Nonostante il contesto di crescente tensione, Bitcoin ha mantenuto una notevole stabilità, restando sopra i 105.000 dollari. Questo comportamento rafforza la visione di BTC come un asset di diversificazione e protezione in momenti di crisi geopolitica, grazie alla sua natura decentralizzata e svincolata dai mercati tradizionali.

Al contrario, le altcoin come Ethereum e Solana hanno subito cali più marcati, confermando una fuga verso asset più liquidi e consolidati da parte degli investitori. Nelle ultime 24–48 ore, il mercato ha mostrato una chiara avversione al rischio, con movimenti più aggressivi nei segmenti a bassa capitalizzazione.

Questa divergenza di performance mette in luce la crescente maturità del settore crypto, dove Bitcoin inizia a comportarsi sempre più come un bene rifugio digitale, capace di resistere agli shock esterni in misura superiore rispetto ad altre criptovalute.

Le prospettive restano però segnate da elevata volatilità: le tensioni in Medio Oriente potrebbero intensificarsi e innescare ulteriori movimenti su scala globale. Gli investitori dovranno adottare strategie flessibili e attive per affrontare uno scenario ancora altamente incerto.

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