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Crolla al debutto il token crypto legato a Trump: -12% in un giorno

Tempo di lettura: 2 minuti

World Liberty Token: partenza in discesa per il progetto crypto dei Trump

Il World Liberty Token ($WLFI), la criptovaluta lanciata dalla famiglia Trump, ha subito una battuta d’arresto nel suo primo giorno di trading. Lunedì, dopo aver debuttato sopra i 0,30 dollari, il token ha chiuso la giornata a 0,246 dollari, segnando un calo di circa il 12%. Nonostante ciò, la capitalizzazione di mercato ha sfiorato i 7 miliardi di dollari, piazzando il WLFI al 31° posto tra le crypto più scambiate, secondo i dati di CoinGecko.

Il progetto, sviluppato nell’ambito della piattaforma World Liberty Financial, si propone come iniziativa di finanza decentralizzata con l’emissione sia di token variabili (WLFI) sia di una stablecoin. Tuttavia, fin dal suo lancio l’anno scorso, la sua utilità concreta è stata messa in discussione. I possessori iniziali non potevano scambiare i token, ma avevano solo diritto di voto su modifiche al codice del progetto.

Più marketing che tecnologia

Il traino principale degli investitori è stata la presenza del marchio Trump. Secondo fonti Reuters, la famiglia avrebbe incassato circa 500 milioni di dollari grazie alla vendita iniziale dei token, favoritismi commerciali e operazioni collegate. Non stupisce quindi che molti abbiano comprato nell’attesa di una crescita legata alla sua figura pubblica più che a un reale valore tecnologico o d’uso del progetto.

A luglio gli investitori hanno votato per rendere i token scambiabili, aprendo le porte alla speculazione. Solo il 20% delle quote degli early investor è stato reso vendibile, ma ciò è bastato per innescare un’ondata di vendite e una rapida discesa del prezzo.

Un copione già visto nella crypto economy

La storia del WLFI somiglia a tante altre promesse non mantenute che popolano il mondo delle criptovalute. Molti progetti nascono con grande pubblicità, testimonial famosi e annunci altisonanti, ma senza una reale innovazione o valore d’uso sostenibile nel tempo. L’illusione di «soldi facili» continua a sedurre investitori, spesso piccoli risparmiatori attratti da guadagni rapidi.

Non mancano le critiche politiche: mentre Trump si trova al centro delle discussioni sulle normative delle criptovalute, c’è chi denuncia potenziali conflitti d’interesse tra il suo ruolo politico e gli affari crypto della sua famiglia. La Casa Bianca afferma che gli asset dell’ex presidente sono gestiti in trust dai figli e che non vi sono irregolarità. Ma le polemiche restano.

Resta il fatto che il debutto dei WLFI è l’ennesimo esempio di quanto sia prudente approcciarsi al mondo crypto con spirito critico e informazione. L’entusiasmo non dovrebbe mai sostituire un’attenta analisi del progetto, della sua utilità e del suo team di sviluppo. In caso contrario, il rischio è di ritrovarsi presto con asset che valgono poco o nulla 🪙💨.

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