Ottobre alle porte: il mercato crypto tra aspettative stagionali e prudenza operativa
Il mondo delle criptovalute si prepara a entrare in ottobre, storicamente il mese con le migliori performance per Bitcoin 📈. Tuttavia, il clima attuale è segnato da segnali contrastanti: da un lato si registra un recupero dei prezzi, dall’altro alcuni indicatori suggeriscono di non abbassare la guardia. Il mercato dei derivati in particolare lancia segnali che richiedono attenzione.
Bitcoin e altcoin in ripresa, ma la base è fragile
Nelle ultime 24 ore Bitcoin ha mostrato un buon rimbalzo, trainando con sé Ethereum e numerose altcoin. L’indice che rappresenta l’andamento complessivo del mercato ha messo a segno un guadagno di circa il 3%, segno di un certo ottimismo tra gli operatori 🟢. Questa ascesa, però, potrebbe essere più effimera di quanto sembri.
Dietro le quinte, infatti, gli analisti notano che la struttura del mercato sta perdendo forza. I trader esperti stanno rivedendo le proprie posizioni, spinti da dati preoccupanti provenienti dall’ecosistema dei derivati.
Futures e opzioni: segnali da non ignorare
Il mercato dei derivati sta mandando segnali di incertezza che merita considerare.
- Open interest in calo: il valore totale delle posizioni aperte sui futures di Bitcoin è sceso da 32 a 29 miliardi di dollari. Questo significa che molti trader stanno chiudendo posizioni lunghe (rialziste) ❌.
- Base annualizzata compressa: i contratti futures a tre mesi offrono oggi una base del 6%, un livello basso rispetto alla media storica. Ciò rende meno attraente il celebre arbitraggio detto carry trade.
- Opzioni ambigue: anche il mercato delle opzioni lancia segnali misti. Pur con prevalenza di call (contratti rialzisti), il 58% dei volumi è concentrato sulle put (coperture ribassiste) ⚠️.
- Funding rate negativo: alcune piattaforme presentano dati annualizzati in calo. Su un importante exchange il funding rate ha toccato il -6%, segnalando una pressione crescente da parte delle posizioni corte ⛔.
ETF e gap nei futures: altri elementi di pressione
Anche dal fronte degli ETF arrivano segnali di raffreddamento. I fondi legati a Bitcoin hanno registrato deflussi consistenti, mentre quelli su Ethereum hanno segnato cinque giorni consecutivi di uscite, un evento insolito che non si osservava da mesi 📉.
A peggiorare il quadro tecnico, si aggiunge il famoso gap del CME. Si tratta della differenza tra il prezzo di chiusura dei futures americani del venerdì e il prezzo di riapertura della domenica. Questo gap si trova attualmente a un livello inferiore rispetto al prezzo spot di Bitcoin. Storicamente, questi gap tendono a essere “chiusi” dal mercato, generando correzioni al ribasso 🔍.
Occhi puntati su queste variabili per le prossime settimane
I prossimi giorni saranno determinanti per capire se il trend rialzista di ottobre si confermerà o se prevarrà la cautela nei mercati. Ecco cosa tenere sotto osservazione:
- Flussi ETF: eventuali ingressi di capitale potrebbero riattivare la fiducia degli operatori.
- Open interest e base futures: un aumento di questi indicatori segnalerebbe nuova forza rialzista 📊.
- Funding rate: la normalizzazione in territorio positivo indicherebbe un ritorno dell’interesse long.
- Gap del CME: movimenti finalizzati a colmare questo gap potrebbero creare volatilità a breve termine ⚡.
- Scenario macro e regolamentazione: rimangono due potenti catalizzatori, in grado di influenzare improvvisamente il sentiment globale 🌎.
L’approccio migliore in questo momento? Mantenere la lucidità, monitorare i dati e non lasciarsi sedurre esclusivamente dalla stagionalità di ottobre. I fondamentali contano, anche in un mercato imprevedibile come quello crypto.