🧠 L’“Eterno Settembre” delle nuove tecnologie
Ogni nuova tecnologia attraversa una fase di apprendimento collettivo durante la quale gli stessi dubbi si ripetono ciclicamente. Questo fenomeno è noto come “Eterno Settembre”: ogni volta che nuove persone si avvicinano a una tecnologia emergente, come Bitcoin, tornano a chiedersi se sia sicura, funzionante o sostenibile. Queste domande sono legittime, ma spesso ignorano anni di studi e soluzioni già consolidate. È il caso, ad esempio, della presunta minaccia che i computer quantistici rappresenterebbero per Bitcoin.
⚛️ Bitcoin e il problema del Quantum Computing
L’idea che i computer quantistici possano mettere a rischio Bitcoin ha generato titoli allarmistici, come quelli riguardanti un presunto chip quantistico sviluppato da Google (nome in codice “Willow”) o ricerche cinesi che avrebbero “rotto” l’algoritmo RSA. Tuttavia, per compromettere realmente la sicurezza crittografica alla base di Bitcoin, servirebbero milioni di qubit di alta qualità, mentre oggi siamo fermi a poche centinaia, instabili e soggetti a errori.
La verità è che non solo Bitcoin, ma l’intera infrastruttura digitale mondiale – da email a home banking – si basa su schemi crittografici simili. Se i quantum computer diventassero una minaccia reale, l’intero internet ne sarebbe coinvolto. Per questo motivo, team di ricerca, aziende e governi stanno lavorando da anni su crittografia post-quantistica.
🔐 Due punti critici, due soluzioni
Bitcoin utilizza principalmente due elementi crittografici: SHA-256, per la prova di lavoro e la creazione dei blocchi, e ECDSA, per le firme digitali delle transazioni. Entrambi potrebbero, in linea teorica, essere vulnerabili a un attacco quantistico. Ma come spiegato anche dallo stesso Satoshi Nakamoto in un post del 2010, il sistema può essere aggiornato.
La proposta è semplice: se e quando la crittografia diventasse obsoleta, si individua un punto della blockchain ancora valido, si sospendono temporaneamente le operazioni, si aggiorna il protocollo con algoritmi resistenti al quantum computing, e si riparte. Il tutto può avvenire senza perdita di dati o fondi, e con ampio margine temporale, dato che la tecnologia quantistica non è ancora matura.

🛡️ Perché Bitcoin è già pronto
Molti ancora pensano che Bitcoin sia immutabile, vecchio, o superato da tecnologie più nuove. In realtà Bitcoin è un software aggiornabile, come ogni altro sistema informatico. È lento a cambiare per garantire massima sicurezza e stabilità, ma può essere adattato quando necessario. Lo stesso Adam Back, uno dei pionieri della crittografia e creatore della proof-of-work, ha dichiarato che già oggi sarebbe possibile aggiornare Bitcoin per renderlo resistente ai computer quantistici.
Il motivo per cui non è ancora stato fatto è semplice: non ce n’è bisogno. Qualsiasi aggiornamento, specie uno così delicato, viene eseguito solo quando strettamente necessario.
🧩 L’equilibrio tra minaccia e opportunità
La corsa al quantum computing va letta in modo bilanciato: da un lato, potrebbe un giorno rappresentare una minaccia; dall’altro, stimola già oggi la creazione di protocolli più sicuri, portando tutta la rete verso un futuro più robusto e resistente. Bitcoin, in questo contesto, è una delle tecnologie meglio preparate ad affrontare il cambiamento, grazie a una community attenta, sviluppatori attivi e un codice pubblico che può evolversi.
Chi paventa un “crollo imminente” di Bitcoin per colpa del quantum computing non tiene conto dei tempi reali di sviluppo, né delle soluzioni già pronte. Servono decenni per raggiungere un livello di potenza quantistica tale da rappresentare una vera minaccia. Bitcoin, nel frattempo, può evolversi e aggiornarsi in totale sicurezza.