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Bitcoin, Wikileaks e Julian Assange: la storia di un protocollo per la libertà

Tempo di lettura: 2 minuti

🗝️ L’appello di Satoshi Nakamoto a Wikileaks

Uno degli ultimi messaggi di Satoshi Nakamoto risale al 2010 e riassume tutta la sua preoccupazione per Bitcoin: “Bitcoin deve crescere gradualmente in modo che il software possa essere rafforzato lungo il percorso. Faccio questo appello a Wikileaks affinché non cerchi di usare Bitcoin…”. All’epoca, Bitcoin era un esperimento fragile e Satoshi temeva che l’attenzione di Wikileaks potesse attirare attacchi troppo presto.

🔍 Julian Assange e la missione di Wikileaks

Julian Assange, fondatore di Wikileaks, nasce nel 1971 in Australia. Hacker fin da giovane, costruisce Wikileaks come piattaforma per rivelare documenti segreti e abusi di potere. Celebre è il video di soldati americani che sparano su civili da un elicottero durante la guerra, ridendo tra di loro: una prova scioccante che ha reso Assange un bersaglio per gli Stati Uniti.

🏃‍♂️ Dall’asilo politico all’arresto

Nel 2010, a seguito di pressioni politiche, la Svezia emette un mandato di arresto per Assange, che riesce a ottenere asilo politico in Ecuador. Nel 2019, dopo anni di resistenza, Assange viene arrestato a Londra, dove oggi è incarcerato e rischia l’estradizione negli Stati Uniti. Immagini recenti mostrano un uomo profondamente provato dopo anni di prigionia, colpevole solo di aver portato alla luce verità scomode.

💸 Il ruolo di Bitcoin per Wikileaks

Fondata nel 2006, Wikileaks vive di donazioni. Ma i sistemi di pagamento tradizionali come Visa, Mastercard e PayPal, sotto pressione, bloccano ogni transazione verso l’organizzazione. Wikileaks scopre così Bitcoin, un protocollo incensurabile. Satoshi, però, temeva che fosse troppo presto: Bitcoin nel 2010 era una rete ancora fragile e un attacco coordinato avrebbe potuto distruggerlo.

⚡ La forza dell’incensurabilità

Nonostante le paure iniziali, Wikileaks ha dimostrato la potenza di Bitcoin come strumento di incensurabilità. Grazie a BTC, Wikileaks è sopravvissuta alle pressioni politiche e finanziarie, continuando a rivelare informazioni cruciali. Lo stesso Assange ha ammesso che, paradossalmente, la censura delle carte di credito ha spinto l’organizzazione a scoprire Bitcoin, beneficiando poi dell’incredibile crescita del suo valore.

🔗 Bitcoin come strumento di libertà

La storia di Wikileaks ci insegna che Bitcoin non è solo un asset speculativo: è un protocollo di libertà. È trasparente, pubblico e, sui livelli successivi, può garantire anche privacy. Durante i più importanti eventi Bitcoin nel mondo, la famiglia di Assange ricorda quanto BTC sia diventato un simbolo di resistenza contro l’abuso di potere centralizzato.

💡 Una riflessione per il futuro

Bitcoin dimostra che un sistema incensurabile può difendere diritti fondamentali come la libertà di parola. Non è solo un investimento: è una speranza concreta per chi lotta per la verità in un mondo dove la centralizzazione troppo spesso si trasforma in abuso. Studiare questi casi significa capire davvero perché Bitcoin può cambiare non solo la finanza, ma la società stessa.

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