Shopping Cart
0

La Blockchain è inutile – Intervista Giacomo Zucco

Tempo di lettura: 3 minuti

🔗 La blockchain senza Bitcoin non ha senso

Giacomo Zucco apre l’intervista smontando il concetto di “blockchain” come viene comunemente utilizzato fuori dal contesto di Bitcoin. Spiega che il termine è stato introdotto solo successivamente dai primi utenti, mentre Satoshi usava definizioni come “timechain” o “chain of blocks”. Fuori da Bitcoin, la blockchain diventa solo un database inefficiente: se non c’è una reale decentralizzazione, un incentivo economico forte e una funzione di prevenzione della doppia spesa, allora utilizzare una struttura a blocchi è solo una moda vuota.

Secondo Zucco, progetti come Ethereum, Liquid o qualsiasi blockchain con pochi validatori centrali hanno una fiducia implicita molto più ampia in attori centrali, rendendo inutile l’uso della blockchain. Se puoi già essere censurato da una Foundation o se devi fidarti di una federazione, non stai ottenendo nessun reale vantaggio dalla struttura decentralizzata.


💰 Sicurezza della rete e incentivo economico

La sicurezza di Bitcoin non deriva dalla blockchain in sé, ma dal costo per riscrivere la storia. Questo costo (dato dal mining) ha senso solo se c’è un incentivo a sostenerlo, ovvero il guadagno potenziale in Bitcoin. In assenza di un asset con valore reale, come in molte blockchain non finanziarie, non c’è alcun motivo per cui qualcuno debba sostenere questi costi. Per questo, la blockchain senza Bitcoin non è solo inutile, ma anche vulnerabile.


⚖️ Decentralizzazione vs Centralizzazione

Zucco approfondisce la dialettica tra centralizzazione e decentralizzazione. La prima è efficiente ma fragile, la seconda è inefficiente ma resistente alla censura. Nella pratica, in tempi di pace e comodità, tutto tende a centralizzarsi. Ma quando arrivano gli attacchi o le crisi, emerge il valore della decentralizzazione.

La civiltà moderna si basa sulla divisione del lavoro, che è una forma inevitabile di centralizzazione. All’interno della rete Bitcoin, questa tendenza è evidente nella specializzazione dei nodi: i miner, i validatori, i full node domestici, gli LSP (Lightning Service Provider). Zucco afferma che non bisogna negare la centralizzazione, ma progettare sistemi che possano “fallire con grazia”, ovvero ritornare decentralizzati in caso di censura o attacco.


🧠 L’effetto “cargo cult” e l’illusione della blockchain

Molti progetti che si definiscono blockchain sono paragonati da Zucco al fenomeno del “cargo cult”: imitano la forma esterna (i blocchi concatenati), credendo che questa sia la fonte della magia, ignorando che ciò che dà potere a Bitcoin è l’infrastruttura economica, tecnica e sociale che la sorregge. Queste pseudo-blockchain sono spesso scuse per evitare regolamentazioni o vendere illusioni di incensurabilità.


🔒 Privacy, pseudonimato e società Bitcoin

Zucco affronta poi un tema cruciale: può una società funzionare su una moneta privata e pseudonima come Bitcoin?La risposta è sì: per millenni, l’umanità ha operato con strumenti anonimi come oro, monete o banconote. Solo dagli anni ‘70, con l’avvento del denaro fiat e la fine del gold standard, gli stati hanno iniziato a imporre controlli centralizzati e sorveglianza finanziaria.

La Central Bank Digital Currency, ad esempio, rappresenta un’espressione estrema di questo controllo: una moneta programmabile in grado di impedire di acquistare oro o beni rifugio, bloccando le fughe di capitale.


🏴‍☠️ Privacy come ossigeno, ma con rischi

Tuttavia, ammette che la privacy ha un prezzo: senza controllo, si apre la porta anche al crimine, al ricatto e ai ransomware. Bitcoin ha reso possibili certi attacchi digitali che prima erano logisticamente complessi. Ma questo è il prezzo della libertà. Un mondo dove c’è privacy è un mondo in cui anche i “cattivi” respirano. L’alternativa, la sorveglianza assoluta, è una tragedia autoritaria che nasconde i problemi… fino all’esplosione.


🏛️ Stato, fiscalità e controllo

La diffusione di Bitcoin e di sistemi realmente decentralizzati metterebbe in crisi il sistema fiscale moderno, basato sulla tracciabilità finanziaria. Prima del denaro fiat, gli stati raccoglievano tasse tramite l’imposizione diretta su beni visibili (es. proprietà o merci nei porti). Con la digitalizzazione, hanno potuto tassare il reddito e i flussi. Bitcoin ribalta tutto: impedisce il sequestro arbitrario e la tassazione automatica, portando gli stati a ripensare il loro modello.

Zucco ipotizza un futuro in cui la fiscalità si sposta su asset fisici, e lo Stato, privato del controllo monetario, si ridimensiona. Bitcoin toglie potere agli stati, e ci proietta verso un mondo decentralizzato, dove le regole devono essere ridiscusse su nuove basi.


🔮 Conclusione: Bitcoin come evoluzione sociale

Bitcoin non è solo una moneta o una tecnologia. È una trasformazione filosofica, politica e sociale. Sfida i monopoli, introduce un paradigma di fiducia distribuita e offre uno strumento di resistenza alle derive autoritarie. Le blockchain senza Bitcoin sono gusci vuoti; solo quando esiste un vero incentivo, una vera scarsità, e una struttura decentralizzata, allora la tecnologia ha senso. Tutto il resto è solo imitazione.


Flash News

Articoli correlati