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Scuola Keynesiana vs Scuola Austriaca: le basi e Bitcoin al centro del dibattito

Tempo di lettura: 2 minuti

🔍 Keynesianesimo: come funziona e perché è dominante

Il nostro viaggio inizia con la scuola keynesiana, il modello economico che ancora oggi regge le economie moderne. Secondo questa visione, il mercato da solo non è sempre in grado di auto-correggersi: ecco perché esiste un ente centrale che stimola la domanda quando l’economia rallenta. Lo fa abbassando i tassi di interesse, stampando moneta o incentivando la spesa pubblica. L’obiettivo è mantenere l’inflazione intorno al 2% annuo: abbastanza bassa da non erodere il potere d’acquisto, ma sufficiente per stimolare consumi e investimenti.

Questa spinta crea ricchezza diffusa, ma porta con sé l’effetto Cantillon: chi riceve per primo i nuovi capitali – banche e grandi investitori – beneficia di prezzi più bassi, mentre chi li riceve per ultimo si ritrova con prezzi ormai gonfiati. Così il divario tra ricchi e poveri aumenta. A lungo termine, questa dinamica alimenta debito pubblico e una dipendenza cronica da nuova liquidità, un po’ come un tossicodipendente che non può più fare a meno della sua dose.

🏛️ Il modello Austriaco: Hayek e l’autoregolazione del mercato

All’opposto si colloca la scuola austriaca, rappresentata da economisti come Hayek. Questo pensiero sostiene che il mercato debba potersi autoregolare liberamente, senza interventi esterni. Il valore nasce da attività realmente utili: scavare buche per poi riempirle, come farebbe uno Stato pur di stimolare l’economia, per gli austriaci è uno spreco di risorse.

Secondo questa teoria, domanda e offerta trovano da sole il proprio equilibrio, pur passando per momenti di aggiustamento anche dolorosi. Il rischio è di affrontare crisi più dure nel breve periodo, ma senza quelle bolle speculative che nascono quando la liquidità viene drogata artificialmente. È una visione radicale: meglio soffrire per poi tornare a un sistema sano, piuttosto che continuare a gonfiare una macchina destinata a scoppiare.

🪙 Bitcoin: la risposta austro-libertaria?

Non è un caso se molti sostenitori di Bitcoin guardano alla scuola austriaca come riferimento. Bitcoin è una moneta scarsa, non stampabile e priva di un’autorità centrale. Si autorregola grazie alla sua architettura decentralizzata e premia chi conserva valore nel tempo, anziché chi spende subito per non perdere potere d’acquisto.

Il dibattito resta aperto: siamo consumisti perché abbiamo un sistema Fiat inflazionistico, o il sistema inflazionistico esiste perché la nostra natura è consumare senza sosta? E la domanda vale anche per la guerra: stampiamo denaro perché vogliamo finanziare conflitti o ci facciamo la guerra perché possiamo stampare denaro a piacimento?

💭 Riflessioni finali e prospettive

Questo secondo atto si chiude con un interrogativo: il modello austriaco può davvero funzionare in un mondo globale complesso come quello di oggi? E Bitcoin rappresenta una reale alternativa capace di curare l’economia dalle sue stesse contraddizioni? Le risposte arriveranno nel terzo atto di questa serie di riflessioni.

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